Cinzia e Antonino Cannavacciuolo

Intervista a Cinzia Primatesta, compagna e ispirazione di Antonino Cannavacciuolo.

Come vedresti Tony tra cinque anni?

"La crescita di Tony, dal punto di vista creativo, credo sia inarrestabile ma per il resto …tra 5 anni, lo vedo come ora: curioso, determinato, maturo, interessato e istintivamente capace di creare giocando con i gusti i sapori e i colori, le prelibatezze che lo distinguono da sempre.

Capace di stuzzicare il palato ed emozionare i sensi, l’alone di mistero che avvolge la creatività di Tony, credo possa essere paragonato a quello di un grande pittore, con la sola differenza che accosta frulla e mescola ingredienti anziché colori ad olio.

Proprio come un impressionista, l’istinto che è in lui è un qualche cosa di magico, una dote innata che gli da la possibilità di esprimersi in qualunque momento, senza preavviso ed in ogni dove.
Lo immagino tra un paio d’anni immerso nei suoi pensieri, su una barca, non so se al lago, o nel suo amato mare, ma con una canna da pesca, ricerca di scoperta, composizione e materealizzazione di idee, coccolato dalle onde e dai profumi dell’acqua.

Come ogni artista, credo sia difficile esprimersi riguardo al suo futuro, conoscendolo so con certezza che si circonderà delle cose a lui più care, la famiglia, una nidiata di bambini ed uno specchio d’acqua…i suoi “ingredienti” speciali per esprimersi e realizzarsi al meglio.

Professionalmente, ha la fortuna di decidere come per lui sarà meglio orientarsi per il suo futuro…istintivamente, sceglierà il meglio per se…ed è proprio questo il bello dell’artista: la sorpresa, l’istinto e quel che sarà, sarà…. "

Cinzia Primatesta


Lago d'Orta

Il Lago d'Orta e l'Isola di San Giulio: Lago di Poeti e Scrittori, tra Leggende e Passato

Il lago d'Orta, anche chiamato lago Cusio, è un piccolo lago alpino del Piemonte, collocato tra le province di Novara e del Cerbano-Cusio-Ossola.

Territorio

Una dominante natura circostante, tra montagne e colline regala un'ambientazione romantica e rilassante, tipica delle atmosfere lacustri. La lontananza dalle città e dall'inquinamento, è resa ancor più evidente dal verde dei paesaggi e la tradizionalità dei borghi e le architetture che caratterizzano i paesini lungo il lago e nelle colline limitrofe.

Storia

I primi abitanti della riviera di San Giulio sono stati con ogni probabilità i Liguri, che subirono poi nel tempo un influsso celtico.
Destino comune a tutto il novarese gli abitanti furono conquistati poi dai Galli ed infine invasi dai Romani.

Sul finire del IV secolo, il Cristianesimo giunse sulla Riviera grazie ai fretelli Giulio e Giuliano che per sfuggire alle persecuzioni contro i Cristiani abbandonarono l'isola greca di Egina.

I due fratelli con l'approvazione dell'imperatore Teodosio abbattero i templi pagani per costruire al loro posto chiese sacre a Cristo.
Giulio e Giuliano eressero così novantanove chiese e pensando che la loro vita stesse ormai per concludersi, si affrettarono ad erigere la centesima e preparare una tomba dove riposare per sempre.

Giulio quindi lasciò il fratello a Cozzano e si incamminò verso le rive del lago da cui si scorgeva una piccola isola disabitata dall'uomo ma che si sapeva essere infestata da draghi e serpenti. Non trovò una barca e quindi stese il suo mantello sull'acqua, vi salì sopra e aiutandosi con il bastone da pellegrino raggiunse l'isola di San Giulio. Armato "soltanto con il segno della Croce" scacciò i serpenti e iniziò la costruzione della sua ultima chiesa sulla sommità della rocca.

La tradizione vuole che dopo aver posato le fondamenta, ricominciasse la costruzione in un luogo più accessibile dell'isola, dove ora si erge la Basilica. Al termine dei lavori, nel 392 morì e venne seppellito nella sua centesima chiesa.

Cultura

Fin dall'antichità, il lago ha inoltre attratto a se scrittori e poeti, essendo considerato luogo e fonte di forte ispirazione e sentimento.

La tradizione narra, che come meta ideale di artisti e scrittori, il lago d'Orta fu teatro del breve incontro tra Nietzsche e Lou Andreas Salomè che costituì una delle rarissime esperienze femminili del grande filosofo.

Ed è proprio in questi luoghi, che dopo il rifiuto alla sua proposta amorosa, da parte dell'amata che il filosofo iniziò la gestazione delle sue opere critiche tra cui il più famoso “Così parlò Zarathustra