Il lago d’Orta, anche chiamato lago Cusio, è un piccolo lago alpino del Piemonte, collocato tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.

Territorio

Il lago d’Orta, una dominante natura circostante, tra montagne e colline regala un’ambientazione romantica e rilassante, tipica delle atmosfere lacustri.

Storia

I liguri sono stato con ogni probabilità i primi abitanti della riviera di San Giulio. Nel tempo subentrarono influssi celtici, come infatti tutto il territorio del novarese, conquistato dai Galli ed infine invaso dai Romani. Verso la fine sel del IV secolo, il Cristianesimo giunse sulla Riviera grazie ai fratelli Giulio e Giuliano, che per sfuggire alle persecuzioni contro i Cristiani abbandonarono l’isola greca di Egina.

Con l’approvazione dell’imperatore Teodosio abbatterono i templi pagani per costruire al loro posto chiese sacre a Cristo. Giulio e Giuliano costruirono novantanove chiese. Pensando oramai che la loro vita stesse per concludersi, si affrettarono ad erigere la centesima e preparare una tomba dove riposare per sempre.

Giulio, quindi, lasciò il fratello a Cozzano e si incamminò verso le rive del lago, precisamente verso la piccola isola incontaminata infestata da draghi e serpenti. Non trovando una barca decise di stendere il suo mantello sulle calme acque del lago, vi salì sopra ed aiutandosi con il bastone da pellegrino raggiunse l’isola di San Giulio. Scaccio i serpenti ed i draghi con il segno della Croce ed iniziò la costruzione della sua ultima chiesa sulla sommità della rocca.

Cultura

Fin dall’antichità, il lago ha inoltre attratto a se scrittori e poeti, essendo considerato luogo e fonte di forte ispirazione e sentimento.

La tradizione narra, che come meta ideale di artisti e scrittori, il lago d’Orta fu teatro del breve incontro tra Nietzsche e Lou Andreas Salomè che costituì una delle rarissime esperienze femminili del grande filosofo. Ed è proprio in questi luoghi, che dopo il rifiuto alla sua proposta amorosa, da parte dell’amata che il filosofo iniziò la gestazione delle sue opere critiche tra cui il più famoso “Così parlò Zarathustra