Sono Cinzia Primatesta, socia e moglie di Antonino Cannavacciuolo.

Ricordo bene il giorno in cui ero in macchina davanti a Villa Crespi, con mio padre e un suo collaboratore e amico che stava raccomandando a lui di prendere questo giovane cuoco napoletano a lavorare per qualche mese per fare un’esperienza nell’albergo di famiglia. Ovviamente quel ragazzo era Antonino ed io allora ancora non sapevo che quel dialogo avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

A distanza di 23 anni mi ricordo ancora il momento in cui è entrato nell’albergo di famiglia per fare questo colloquio e si è seduto nel soggiorno proprio all’ingresso della hall, ed è incredibile perché, voglio dire, vedi passare tantissime persone, tantissimi colloqui negli anni, ma il suo è come se mi avesse… come se tra le righe sapessi che c’era già qualcosa, una linea sottile. 

È significativo che mi abbia colpito già dai primi istanti proprio questo suo carisma che alla fine oggi lo definisce in modo importante insomma.  Passavamo tantissime ore insieme io e Antonino sul lavoro e quindi il nostro rapporto poi pian piano si è evoluto ed è sfociato in quella che è diventata una vera e propria storia d’amore.